Sdraiato su di un prato, sole splendente e alto sull'orizzonte, visuale mozzafiato.
Starei cosi disteso per ore, in lontananza si riesce a sentire a malapena il rumore di una città affaccendata.
Un momento, sono a due passi dal centro e sembra di essere in un paesino di campagna.
E' una sensazione strana...
Davanti a me alcuni bambini giocano felici rotolandosi nell'erba. Uno si arrampica su un albero e per poco non si tramuta nella mela che cadde in testa a Newton. La mamma lo guarda compiaciuto.
Un momento, di solito sono abituato a sentire madri o nonne che impartiscono i divieti più disparati.
E' una sensazione strana...
Passano le persone e non ce n'è una, una, che guarda il telefonino di ultima generazione. Hanno tutti gli occhi sul castello che sovrasta la nostra testa e che lascia intuire una storia molto lunga e ricca di avvenimenti. Qualcuno azzarda un pantaloncino corto, altri, i più coraggiosi, una maglietta a maniche corte.
Sembra di essere su una scena di un film, ora magari salta fuori da un cespuglio Spielberg e mi riporta alla realtà.
Mentre vedo scorrere la vita di molte persone davanti ai miei occhi, la stanchezza del viaggio del giorno precedente mi assale in tutto il suo vigore.
Sto per chiudere gli occhi, quando un boato mi riporta ad una situazione di vigilanza accettabile.
Cazzo è? O meglio, what's that!?
Vuoi vedere che anche qua esistono ultras muniti di bombe carte da far esplodere a caso?!
No, mi sbaglio. Alzo gli occhi e vedo del fumo provenire da un cannone del castello.
Ok, benissimo.
Oltre a curare l'estetica dei loro monumenti, mantengono intatte anche le loro proprietà meccaniche.
E' una sensazione strana...
Ormai l'attenzione è tornata a livelli normali, la botta di stanchezza verrà sconfitta stanotte, sempre che gli altri 11 inquilini della camera di ostello, siano della stessa idea e non si vendichino della confusione che ho fatto stanotte al mio arrivo.
Ad un tratto, come provocato da una forza misteriosa, mi balena alla mente un pensiero: ormai ci sono, il primo passo è stato fatto.
Ne dovranno seguire molti altri.
Se guardo avanti vedo una salita molto ripida, al limite del ribaltamento.
Se guardo indietro vedo una discesa altrettanto lunga e ripida, di quelle che mi gaserebbero da matti con la mia mtb, segno che un po' di strada ne ho fatta.
Una strada percorsa con umiltà, sacrificio, felicità, resilienza, impegno, serietà e fratellanza.
Per questo ogni messaggio ricevuto, ogni abbraccio, ogni sguardo che ho incrociato, ogni lacrima che è caduta in questi ultimi giorni “italiani”, mi convince sempre di più che sono sul giusto sentiero.
Adesso devo alzarmi perchè il colpo di cannonne è stato sostituito da un colpo ancora più subdolo: il colpo di fame. Quella fame, che chi mi conosce, sa che farebbe invidia ad un naufrago su un'isola deserta.
La fame non può aspettare.
Mi alzo e lo sguardo cade su un elegantissimo cestino getta-sigarette che non avevo mai visto...
E' una sensazione strana...