Comfort Zone

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Splende il sole.

Ancora una volta mi sono perso nelle infinte stradine in pavè che caratterizzano questa bellissima città.

Per fortuna, in questi momenti, il Castello è un valido punto di riferimento.

Cammino lentamente, voglio assaporare ogni singolo attimo di quest'avventura.

Rallento.

Mi guardo intorno ed ammiro ogni cosa. Ogni piccola sfumatura.

Dietro ogni angolo gia visto, scopro particolari sempre nuovi.

Curioso.

Il primo mese è passato velocemente.

Una velocità difficile da spiegare: se cerco di immaginare il giorno della partenza lo vedo lontanissimo, come se fosse passato un tempo infinito, filtrato da mille emozioni, da centinaia di pensieri e da molti progetti futuri. Dall'altra parte, se penso che son passati 30 giorni, mi rendo conto che il tempo si è letteralmente polverizzato. Il segreto, forse, sta nell'intensità con cui vivi il momento e che un viaggio può amplificare fino a raggiungere frequenze elevatissime.

Non so, probabile. Nel dubbio, continuo il mio cammino.

Giro la testa a sinistra e a destra.

E... SBAAAM!

Il clacson dell'accorrente macchina mi riporta sulla Terra: non mi sono ancora abituato al senso opposto di marcia. Non è facile. Se a questo aggiungiamo lo scarso aiuto dei semafori cittadini, la missione diventa piuttosto difficile. Queste simpatiche colonnine tricolori, sembrano programmate da un alcolizzato all'uscita del pub: completamente sregolate, svarionate.

Il "rosso" dura dagli 8 ai 10 minuti, mentre il "verde" soffre di eiaculazione precoce: 12 secondi netti, cronometrato. Particamente non riesci nemmeno ad attraversare la strada.

Quando ho notato che anche i poliziotti ignorano la segnalazione di STOP, ho deciso di non farmi più scrupoli e di fare la stessa cosa, ripetendomi incessantemente un mantra che, in altri ambiti, non condivido: prima destra, poi sinistra.

Ma... Devo abituarmi, la mia Comfort Zone è lontana 2165 Km.

Il clacson della macchina ha rovinato l'atmosfera ma il sole è ancora alto e lo stomaco è pieno.

Posso continuare la mia camminata senza meta: avvolte, perdendosi, si ha modo di ritrovarsi.

Giusto il tempo di cambiare qualche stradello che i miei occhi vengono attirati da un tipo in Bmx.

Mentre mi avvicino e ragiono su chi possa essere, il tipo si spara un manual di un centinaio di metri con annesso salto di una panchina in legno.

Ok, svegliatemi. Forse tutto questo è soltanto un sogno. Un bel sogno.

Caschetto Red Bull + Bmx + Faccia conosciuta.

O è una nuova razza aliena o quello che ho davanti è il fenomeno mondiale del bike trial: Danny MacAskill.

Se non sapete chi è, fatemi un favore.

Chiudete questa pagina ed aprite un qualsiasi video di Youtube dove potrete ammirare i giochi di prestigio che riesce a fare. Sicuramente vi divertirete molto di più che a leggere queste righe.

Mentre mi riprendo dallo shock emotivo, la mente torna indietro di circa cinque anni quando ho visto per la prima volta un video di MacAskill, ambientato proprio ad Edimburgo.

Coincidenza o no, molte cose sono passate ed un piccolo sorriso non può non rigarmi il viso.

Ma... Devo abituarmi, la mia Comfort Zone è lontana 2165 Km.

Finito lo spettacolo gratuito, mi avvio verso la bicicletta che mi riporterà a casa.

Durante il tragitto passo davanti ad almeno cinque fermate dell'autobus con altrettante code di persone in attesa del proprio turno.

Si, avete capito bene.

Qui le persone stanno in fila ed aspettano il proprio turno per salire sull'autobus.

In Italia, fantascienza.

Il paragone, purtroppo, è impietoso.

Vista da lontano, l'Italia, ha la carozzeria di una Ferrari e il motore di un baroccietto con le ruote quadrate.

Potenzialità enormi ma completamente non sfruttate.

O meglio, sfruttate da pochi che si prostituiscono per il Dio denaro.

Peccato.

Il fondo, soprattutto in questo periodo, è stato toccato.

Anzi, direi decisamente sfondato.

Mentre ragiono, mi passa vicino un signore incravattato in un completo elegante con una cresta blu che farebbe invidia al più lanciato dei Sex Pistols. 

A ruota vedo passare un gruppetto di ragazze in abiti primaverili, nonostante la temperatura.

E per temperatura intendo poco sopra lo 0. Roba che starei sotto il piumone tutto il giorno.

Intanto arrivo alla bici e in lontanaza vedo le luci che delimitano ed illuminano la pista ciclabile che mi porterà proprio sotto casa, a circa 8 Km di distanza.

Ma... Devo abituarmi, la mia Comfort Zone è lontana 2165 Km.

Che abbia ragione l'immagine iniziale?

Non lo so. 

Sicuramente la lontanaza da casa ti apre letteralmente il cervello come potrebbe fare un affamato su un'isola deserta con una scatoletta di tonno...