Sulle note di Beau Young mi gusto una coppa di tè dopo essere stato in uno dei punti più belli della città: Arthur's Seat. Ho conosciuto persone che vivono ad Edimburgo da quasi un anno e non sono mai stati.
Si sono persi e continuano a perdersi, uno spettacolo immenso: praticamente sembra di essere in aperta campagna, lontano da ogni forma di civiltà. Intorno solo prati, rocce, fiori gialli, corvi, gabbiani e qualche resto di costruzione medievale che regala a tutta la situazione un fascino particolare. Se non fosse per le altre persone che camminano intorno e per il fatto che sei perfettamente a conoscenza del fatto di essere in un parco cittadino, sembrerebbe di essere fuori dal tempo.
Forse, dico forse, riesci ad assaporare completamente la totale bellezza del posto, se hai avuto la fortuna di crescere in una zona dove la potenza della natura è viva ed evidente.
A parer mio dipende molto anche dall'educazione che hai ricevuto e forse è il punto decisivo.
Per questo mi sento fortunato e ringrazio.
Tutto queste sensazioni vengono poi amplificate dal morale alle stelle causato da, come è successo stamani, una telefonata di due cari amici che ti dicono che hai lasciato un piccolo vuoto.
Forse hanno esagerato, non sono certo cosi importante, però sono sensazioni straordinarie.
Non importa se ti hanno strappato dalle braccia di Morfeo, hai ancora il fascione alla testa o sei ancora assonnato a causa della serata precedente: ti alzi dal letto di buon umore e nei successivi 20 minuti, potrebbe anche cadere il Mondo che avresti la forza di sorreggere ogni cosa.
Lots of good times!
Quindi cammino felice per arrivare alla “vetta”.
Ci vogliono circa 30 minuti per arrivare in cima, nulla di eccezionale.
Sono abituato a ben altro.
Quando arrivi a destinazione, l' Arthur Seat, la visuale è mozzafiato: panoramica a 360° su una città che trasuda eleganza in ogni angolo.
Se le persone fossero leggermente più civili ed evitassero di sporcare le strade, sarebbe perfetta.
Ammiri. Riempi gli occhi di immagini indimenticabili. Apri il cassetto dei ricordi. Conservi.
Praticamente lo stesso processo che ogni giorno, una persona, dovrebbe fare.
Senza i vari filtri che la moderna civiltà ci impone.
Processo adattabile tranquillamente alle varie situazioni giornaliere.
Come, ad esempio, la serata al pub di ieri.
Birra.
Chiacchiere con persone che arrivano da ogni dove ed hanno tutti una storia diversa da raccontare unificate secondo un filo conduttore comune: trovare il proprio posto nel Mondo.
C'è chi è in viaggio da mesi, chi da anni, chi da qualche settimana.
Chi viene dal Sud America, chi dalla Cina, chi dall' Arabia Saudita, chi dall' Australia, chi dalla vicina Spagna o dalla madrepatria Italia.
Quindi, adatti il processo precedente.
Ascolti. Riempi le orecchie di parole indimenticabili. Apri il cassetto dei ricordi. Conservi.
A volte poi, avviene una cosa straordinaria.
Incontri una persona e ti sembra di conoscerla da tempo immemore. Come se davvero ci fosse un'amicizia lunga ed indissolubile da tempo. Magari ha ragione quel tipo, scusate ma non ricordo il nome, che dice che sono i vecchi amici della vita precedente. Non so, sono ignorante in materia.
Se poi hai un sottofondo musicale come quello che puoi trovare in qualsiasi pub della città, la serata può trasformarsi in qualcosa di memorabile.
Non la solita musichetta preimpostata per far “muovere” ragazzi impacchettati nel loro ultimo vestito fashion. Musica con la M maiuscola.
Quindi, adatti di nuovo il processo precedente.
Ascolti. Ammiri. Apri il cassetto dei ricordi. Conservi.
Perchè poi ti daranno la forza e l'ispirazione per creare, forse, qualcosa di speciale.